Manifestazione nella Giornata Internazionale della Donna |
"La rivoluzione più grande è, in un paese, quella che cambia le donne e il loro sistema di vita. Non si può fare la rivoluzione senza le donne. Forse le donne sono fisicamente più deboli ma moralmente hanno una forza cento volte più grande. Se potessi fare l'esercito della libertà con le sole donne, sarei sicuro di vincere la guerra in un anno... " (Gandhi)
La Giornata Internazionale della Donna o più semplicemente “Festa della donna” ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche per non dimenticare le discriminazioni e le violenze di cui esse sono ancora vittime.
Le origini di quella che impropriamente viene definita “festa” sono controverse.
Dobbiamo tornare al secolo scorso.
Durante il VII Congresso della II Internazionale Socialista di Stoccarda, tenutosi nel 1907, venne discussa, la questione legata al diritto di voto da parte delle donne. Il 26 e 27 agosto dello stesso anno si tenne la prima Conferenza Internazionale delle donne socialiste, in cui Clara Zetkin (delegata tedesca e esponente marxista) fu eletta segretaria del movimento.
Il 3 maggio del 1908, l’anno successivo, a Chicago, l’americana Corinne Brown presiedette una conferenza storica a cui tutte le donne erano state invitate, nominandola “Woman’s Day”, il giorno della donna. In quell’occasione i temi affrontati furono lo sfruttamento delle operaie al lavoro, gli orari, il salario basso, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto. Negli anni successivi, negli U.S.A., il Woman’s Day continuò ad essere festeggiato a fine febbraio.
Bisogna attendere il 1911, in Germania, con la settimana rossa di agitazioni femminili, perché si iniziasse a considerare l’8 marzo come giorno ufficiale dedicato alla donna.
Poi scoppiò la Prima Guerra Mondiale, e le celebrazioni furono interrotte, fino all’8 marzo del 1917, dove, a San Pietroburgo, le donne guidarono una grande manifestazione a rivendicare al fine della guerra: la fiacca reazione dei cosacchi inviati a reprimere la protesta incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo ormai completamente screditato e privo anche dell'appoggio delle forze armate, così che l'8 marzo 1917 è rimasto nella storia a indicare l'inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Per questo motivo, e in modo da fissare un giorno comune a tutti i Paesi, il 14 giugno 1921 la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell'apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, fissò all'8 marzo la « Giornata internazionale dell'operaia ».
Per quanto riguarda l’Italia, bisogna attendere il 1922 per vedere la prima manifestazione e solo nel 1945 venne adottato l’8 marzo come data ufficiale.
Ma la connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l'isolamento politico della Russia e del movimento comunista e le conseguenze della seconda guerra mondiale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l'8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York.
Finalmente l’8 marzo del 1975, fu proclamato dalle Nazioni Unite “L'Anno Internazionale delle Donne” dalle Nazioni Unite e le organizzazioni femminili di tutto il mondo celebrarono la giornata dedicata alle donne.
Fu così che arrivò il riconoscimento ufficiale internazionale e nel 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione sancendo l’8 marzo come “giornata delle nazioni Unite per i diritti delle donna e la pace internazionale”, chiedendo agli stati membri di osservarla e riconoscendo così l’urgenza di porre fine alle discriminazioni per il raggiungimento di una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del proprio paese.
Ma perché in questa giornata è un dovere regalare una mimosa e non una rosa,un tulipano o un'orchidea? Nel 1946, su iniziativa delle attiviste Rita Montagnana e Teresa Mattei, l’UDI (Unione Donne in Italia) decise di adottare il rametto di mimosa come simbolo di quella giornata. I motivi sono diversi. Il primo, perché la mimosa è una pianta pioniera, spontanea, che ben rappresentava la volontà di rivendicare i diritti della donna e le lotte per farli valere. Il secondo è che fiorisce proprio in quel periodo. Il terzo, è che i suoi fiori sono luminosi, allegri, solari, all’apparenza delicati, ma in realtà forti e orgogliosi, proprio come una donna.
Il lavoro, il diritto al voto, il diritto a poter dire no allo sfruttamento e alla violenza, il diritto alla libertà, alla parità di genere, il rispetto per la propria persona, il rispetto per il proprio corpo…questo significa festeggiare l'8 marzo.
In un mondo in cui la donna continua ad essere picchiata e violentata, le mutilazioni femminili persistono e per tanti paesi il viso e il corpo di una donna devono essere nascosti , ricordiamoci di onorare questa storia.
Mimma Sternativo
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