Risale ad Aristotele la prima definizione di “politica”. L’amministrazione delle “polis”, ossia della città, alla quale tutti dovevano contribuire ricercando come obiettivo ultimo il raggiungimento del bene comune. Sono passati tanti secoli ed lo stesso concetto di politica è molto mutato essendosi scontrato con le bassezze della natura umana, ma anche ripensando al significato originale ci riesce difficile immaginare possibile come sublimazione di una perenne battaglia politica, un vero e proprio duello rusticano. Un colpo di pistola come estrema soluzione. Non lo avrebbe potuto immaginare Aristotele, ma nemmeno altre esimie personalità del settore come Machiavelli, Hobbes e Montesquieu. Invece è quello che accadde il giorno 11 Luglio del 1804 vicino a New York. Un duello a colpi di revolver in cui non furono coinvolti loschi figuri di mezza tacca e nemmeno strani personaggi dediti all’intrigo ed al malaffare. A sfidarsi furono due uomini che hanno fatto la storia a stelle e strisce. Aaron Burr e Alexander Hamilton. Il primo era il vice Presidente in carica al tempo di Thomas Jefferson ed il secondo, considerato uno dei padri fondatori degli Stati Uniti D’America, uomo di grande influenza pur ritiratosi dalla vita politica da qualche anno, era stato leader del partito Federalista, ministro del Tesoro e tuttora si staglia, con il suo volto elegante, sopra i biglietti da dieci dollari. Le carriere e le umane vicende di entrambi non sono storie raccontabili in poche timide righe, ma vi basti sapere che i due erano tipi ben tosti. Nel caso di Burr, sanguigno vice presidente degli Stati Uniti, anche un po’ permalosi. Le traversie politiche si intrecciarono come in una inestricabile matassa con piccoli e grandi rancori personali da lavare con il sangue. Passi lo scontro politico, a maggior ragione in un periodo storico non certo di poco rilievo, ma l’insulto personale quello mai. Hamilton usò ripetutamente nei confronti di Burr espressioni più che colorite, anche in ambiti istituzionali, e quest’ultimo, per farsi giustizia, non trovò niente di meglio che sfidare l’ex tesoriere in un duello con una calda arma da fuoco. Il New Jersey era zona piuttosto permissiva a riguardo e così l’invito del suscettibile Burr arrivò puntuale sull’altra sponda dell’Hudson, in quanto a New York i duelli non erano ammessi. Hamilton si recò sul luogo convenuto per l'incontro alle prime luci dell’alba. L’ultima per i suoi occhi. La leggenda narra, infatti, che Hamilton si rifiutò di estrarre l' arma ma il vicepresidente, accecato dal rancore, fece fuoco ugualmente colpendo a morte l'avversario. Insomma tra i due non scorreva buon sangue, ma buon sangue scorse a fiotti quella mattina. Se in siffatta, truculenta maniera si spense la vita di un uomo politico così importante ed in fondo integerrimo, a causa di qualche insulto di troppo, ci domandiamo, con estrema timidezza e con un pizzico di rammarico, quali sarebbero i risultati utilizzando pari metodi per dipanare le basse, infime, grette, diatribe della nostrana politica. E, mi perdonerete, anche il solo immaginare alcuni dei conosciuti figuri che popolano l’italico mondo sfidarsi a duello al fine di un acceso dibattito televisivo, mi fa scappare una sana risata.
Luca Fontana
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