Nella notte del 18 Luglio dell’anno 64 d.C. iniziarono nove giorni di terrore e distruzione per la città di Roma, i giorni del Grande Incendio.
Forse doloso o forse no, l’incendio divampò nella zona del Circo Massimo e si propagò in tutta la città radendo al suolo tre quartieri e danneggiando, anche seriamente, gli altri undici che formavano la città.
Persero la vita migliaia di persone, tantissimi restarono senza una casa ed ingente fu anche la perdita del patrimonio architettonico.
All’epoca, a causa della tipologia di materiali usati nella costruzione delle case, gli incendi si verificavano con frequenza, ma di solito venivano domati in fretta dai “vigiles”, stavolta però forse complice il vento forte, l’incendio dilagò molto velocemente arrivando fino alle periferie, distruggendo anche la residenza di Nerone, l’allora Imperatore.
Nella tradizione tende ad attribuire le colpe dell’incendio a Nerone stesso, che avrebbe voluto cambiare radicalmente sotto il suo impero l’urbanistica della città e voleva uno spazio abbondante su cui costruire la sua nuova Domus. Non si può escludere, conoscendo la follia dell’Imperatore in questione, ma non si hanno nemmeno prove certe di questo.
Una seconda possibilità vede colpevolizzati i Cristiani, che infatti furono accusati e condannati, ma anche questa ipotesi non è comprovata.
Studi più recenti sugli incendi hanno smontato la teoria che l’Incendio di Roma non potesse essere accidentale, quindi magari fu proprio così, una serie di sfortune che distrussero la più bella città del Mondo, ma è più affascinante credere che l’Imperatore canticchiasse sornione vedendo Roma ardere.
Sequitur clades, forte an dolo principis incertum, nam utrumque auctores prodidere / Seguì un disastro, non si sa se dovuto al caso
oppure al dolo del principe, poiché gli storici interpretarono la cosa nell'uno e nell'altro modo (Tacito)
Marco Fontana
Nessun commento:
Posta un commento