Il 4 settembre 1886 la notizia si sparse come un baleno in tutti gli Stati Uniti: il capo della tribù degli Apache, Geronimo, si era arreso per l' ultima volta nei pressi di Fort Bowie, in Arizona. Con lui anche quindici uomini, undici donne e sei bambini. Ci erano voluti 5000 soldati, un quarto dell' intera forza dell' esercito, per arrestarlo e ben 25 anni.
Geronimo nacque in territorio messicano, era un Bedonkohe Ndehndahe Apache, ma è spesso considerato un Chiricahua. Crebbe divenendo un rispettato sciamano e un esperto guerriero e fu soprannominato dal proprio popolo "il Sognatore" perché asseriva di essere in grado di vedere il futuro.
Geronimo, guerriero coraggioso e molto astuto, guidò l’ultimo grande gruppo di combattimento di pellerossa che si rifiutò di riconoscere come padrone il governo degli Stati Uniti nel West. Questa lotta durò molti anni, ma giunse a termine il 4 settembre 1886, quando Geronimo si arrese al generale Nelson Miles dell'esercito statunitense, a Skeleton Canyon, Arizona. Geronimo venne mandato in prigione a Fort Pickens, in Florida, da cui venne poi trasferito nel 1894 a Fort Sill, in Oklahoma.
Non gli fu mai permesso di fare ritorno alla sua terra natia.
Divenne una celebrità comparendo alle fiere e cavalcò durante la parata inaugurale del Presidente Theodore Roosevelt, nel 1905. Fu spesso intervistato e tutto questo fece accrescere la sua fama e lo fece diventare un mito, esempio di resistenza e coraggio contro gli invasori.
Morì di polmonite a Fort Sill il 17 febbraio 1909.
Marco Fontana
Nessun commento:
Posta un commento