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martedì 1 aprile 2014

Pompei torna alla luce (1 Aprile 1748)

Scorcio degli scavi di Pompei
L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. seppellì sotto una coltre di cenere e lapilli la città di Pompei (oltre a Ercolano, Stabiae e Oplonti).
Se oggi, quasi duemila anni dopo, possiamo passeggiare per vicoli e strade della Pompei che fu, ammirare edifici pubblici, ville, case e negozi e chiudendo gli occhi immaginare il fermento della vita in quella città prima del dramma, lo dobbiamo a Carlo III di Borbone.
Il Re finanziò gli scavi archelogici che riportarono alla luce i resti di Pompei e diedero la possibilità, negli anni a seguire, a migliaia e migliaia di turisti da tutto il mondo di visitare questo sito, secondo in Italia come numero di frequentatori, solo al Colosseo.
I lavori, lunghissimi e travagliati, iniziarono l’1 Aprile 1748.
Dal 1997 è entrato a far parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
Un luogo magico, dove la storia vive giorno per giorno. 
Purtroppo la manutenzione di un sito così vasto e antico non è certo semplice, negli ultimi anni si stanno verificando diversi cedimenti, danni o crolli. 
Una nota curiosa è la leggenda, con un grande fondo di verità, dei cani randagi che popolano gli scavi di Pompei. E’ stata anche creata un’associazione per aiutare i poveri animali a trovare una famiglia: “(C)ave Canem” 
“Pompei è uguale ad ogni altra città. La stessa antica umanità. Che si sia vivi o morti non fa differenza. Pompei è un sermone incoraggiante. Amo più Pompei che Parigi.” (Herman Melville, scrittore e poeta statunitense).
Marco Fontana

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