Alle 18.01 del 4 Aprile 1968, a Memphis in Tennessee, un proiettile sparato da un fucile di precisione colpì mortalmente Martin Luther King.
Il pastore protestante, attivista e leader dei diritti civili, spirò alle 19.05 al St. Joseph’s Hospital.
A premere il grilletto fu, presumibilmente, James Earl Ray (dichiaratosi sempre innocente) che venne arrestato due mesi dopo e nel 1969 venne condannato a 99 anni di carcere nel penitenziario di stato Brushy Mountain.
Quella sera di Aprile con Martin Luther King morì anche il sogno di milioni di persone di colore che vedevano in lui una guida e un vero leader da seguire per uscire una volta per tutte dallo scuro tunnel del razzismo che ancora avvolgeva, e purtroppo anche oggi non si è estinto, molti stati degli USA.
La morte di King portò un’inevitabile ondata di violenza, nonostante l’appello del Presidente Johnson più di 120 città subirono saccheggi e incendi.
Martin Luther King è ancora oggi un mito ed un esempio da cui trarre insegnamenti ed ispirazione.
Vedeva l'egoismo come un qualcosa di distruttivo per l'essere umano, ripeteva sempre che solo il coraggio poteva vincere la paura. Si espresse criticamente, sia verso il capitalismo che il socialismo reale, realizzato in Urss, ma soprattutto non cedette mai alla violenza.
Il suo discorso più famoso, che ho voluto riproporvi nel video, è sicuramente quelle del 28 Agosto 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington, nel quale pronunciò la storica e immortale frase: “I have a dream”
“Ignorare il male equivale ad esserne complici.” (Martin Luther King, da Il sogno della non violenza. Pensieri)
Marco Fontana
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