Il cadavere del Fuhrer |
Adolf Hitler non voleva farsi catturare. Non poteva fare la stessa fine del suo alleato Mussolini, giustiziato e appeso in piazza. I suoi pazzi sogni di gloria ormai si erano infranti, le truppe sovietiche spingevano alle porte di Berlino.
30 Aprile 1945. Hitler nascosto nel Führerbunker insieme ai suoi fedelissimi e alla moglie Eva Braun, con cui si era ufficialmente sposato solo il giorno precedente, attendevano la fine, con una capsula di cianuro in tasca e un proiettile nella sua Walther PPK 7.65".
Nonostante i russi fossero a meno di 500 metri dal bunker e la capitolazione non avrebbe tardato più di un giorno o due, i due coniugi pranzarono tranquillamente e successivamente si congedarono dai loro fedeli compagni di misfatti, tra cui Martin Bormann e Joseph Goebbels con la sua famiglia, dopodiché si ritirarono nello studio personale del Fuhrer.
Dalla ricostruzione ufficiale dei fatti (dovuta a testimonianze del personale del bunker) morì prima Eva Braun ingerendo una capsula di cianuro e successivamente si tolse la vita Hitler, sia col cianuro, ma anche completando l’opera con un colpo di pistola alla tempia.
I fedeli del Fuhrer bruciarono i corpi che furono comunque poi scoperti dall’intelligence sovietica (il corpo di Hitler fu identificato tramite l’impronta dentale).
Come spesso accade, anche sulla fine di Hitler si sono sviluppate diverse teorie e leggende.
Chi sostiene che non fosse morto, ma vivesse in Europa protetto dagli ex alleati occidentali. Chi afferma che riuscì a fuggire e morì in Brasile di morte naturale negli anni ottanta. Non è nemmeno chiaro se si sparò alla tempia, in bocca, se prese anche il cianuro o no.
Onestamente poco importa.
Quello che conta è che dal 30 Aprile 1945 non si sentirà più parlare di Hitler se non nei libri di storia.
Marco Fontana
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