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mercoledì 30 aprile 2014

La fine di Adolf Hitler (30 Aprile 1945)

Il cadavere del Fuhrer
Adolf Hitler non voleva farsi catturare. Non poteva fare la stessa fine del suo alleato Mussolini, giustiziato e appeso in piazza. I suoi pazzi sogni di gloria ormai si erano infranti, le truppe sovietiche spingevano alle porte di Berlino.
30 Aprile 1945. Hitler nascosto nel Führerbunker insieme ai suoi fedelissimi e alla moglie Eva Braun, con cui si era ufficialmente sposato solo il giorno precedente, attendevano la fine, con una capsula di cianuro in tasca e un proiettile nella sua Walther PPK 7.65".
Nonostante i russi fossero a meno di 500 metri dal bunker e la capitolazione non avrebbe tardato più di un giorno o due, i due coniugi pranzarono tranquillamente e successivamente si congedarono dai loro fedeli compagni di misfatti, tra cui Martin Bormann e Joseph Goebbels con la sua famiglia, dopodiché si ritirarono nello studio personale del Fuhrer.
Dalla ricostruzione ufficiale dei fatti (dovuta a testimonianze del personale del bunker) morì prima Eva Braun ingerendo una capsula di cianuro e successivamente si tolse la vita Hitler, sia col cianuro, ma anche completando l’opera con un colpo di pistola alla tempia.
I fedeli del Fuhrer bruciarono i corpi che furono comunque poi scoperti dall’intelligence sovietica (il corpo di Hitler fu identificato tramite l’impronta dentale).
Come spesso accade, anche sulla fine di Hitler si sono sviluppate diverse teorie e leggende.
Chi sostiene che non fosse morto, ma vivesse in Europa protetto dagli ex alleati occidentali. Chi afferma che riuscì a fuggire e morì in Brasile di morte naturale negli anni ottanta. Non è nemmeno chiaro se si sparò alla tempia, in bocca, se prese anche il cianuro o no.
Onestamente poco importa.
Quello che conta è che dal 30 Aprile 1945 non si sentirà più parlare di Hitler se non nei libri di storia.
Marco Fontana

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