Dipinto della stretta di mano tra Grant e Lee |
Erano le 13,30 del 9 Aprile 1865 quando il generale Ulysses Grant, accompagnato dal suo Aiutante, il col. Orville, salì i sei gradini di legno che gli aprirono le porte della casa di Wilmer McLean, nel villaggio di Appomattox Court House. In quella casa, in quel giorno, si consumò la fine guerra di Secessione Americana, con la resa delle forze confederate guidate dal Generale Robert Lee. L’Unione aveva trionfato, dunque, dopo anni di atroci battaglie, ma c’era poco da gioire, una guerra civile lascia sempre una scia difficile da cancellare per molto tempo. Grant, mentre saliva quei gradini, ne era ben conscio.
Forse per questo, inconsciamente, non avendo a disposizione l’alta uniforme, dispersa chissà dove, che avrebbe voluto indossare per rispetto al suo grande avversario, Grant appariva dimesso, emaciato, sporco. Il mal di testa lo attanagliava da ore.
I problemi erano ben altri, non certo l’eleganza, ma quando nel salotto della casa, si trovò davanti la sua controparte, il Generale Lee, perfettamente in ordine, speroni lucidi, uniforme abbottonata, guanti in pelle, un sussulto colse Ulysses Grant.
Solo per un attimo. C’era una resa da discutere, precise condizioni da imporre.
Grant non andò per il sottile chiedendo la resa immediata a Lee. Del resto la situazione per l’esercito Confederato era ormai insostenibile, caduta Richmond, per gli Stati secessionisti lo spettro della sconfitta era ormai tangibile realtà.
Questo Lee lo sapeva bene, senza indugiare chiese quali fossero le condizioni per la resa.
Grant prese carta e penna, cominciò a scrivere. Intanto osservava il valoroso Generale, quell’uomo fiero dai capelli grigi che aveva di fronte. Forse anche per questo i termini della resa furono discretamente generosi.
I sudisti avrebbero dovuto arrendersi dando garanzia di non combattere più contro gli Stati Uniti per potersene tornare a casa liberi “sulla parola”, riconsegnare materiale bellico e armi mentre i cavalli sarebbero rimasti nella loro disponibilità. Dopo aver redatto i termini della resa, entrambi i generali firmarono il documento alle 15.45 di quella Domenica. Il generale Lee strinse la mano a Grant, salutò gli altri ufficiali presenti, avviandosi verso l’uscita.
Usciti dal porticato Lee montò a cavallo, con un velo di tristezza che gli percorreva lo sguardo, mentre Grant gli andò incontro agitando il cappello in segno di saluto.
Terminava ufficialmente in quei momenti la sanguinosa Guerra di Secessione Americana, anche se gli ultimi fuochi, lontano da quella semplice dimora, si spensero solamente nei mesi successivi.
Quei due fieri uomini vestiti di due uniformi così diverse, avevano chiuso quel pomeriggio una tragica pagina di Storia.
Luca Fontana
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