Il 20 aprile 2012 sono arrivata nel reparto in cui lavoravo e, come ogni mattina, mi sono messa il camice e sono salita. Ma quel giorno c'era qualcosa di diverso; alcuni giornalisti appostati fuori, una strana concitazione e, in un volto, ho riconosciuto quello del premio nobel Dario Fó. Il giorno prima era stata ricoverata Franca Rame, che morirà di lì a un anno, il 29 maggio del 2013. A discapito di quel che pensavo, mi ricordo che, nonostante la fama, i coniugi Fó erano estremamente gentili e alla mano, e, devo ammetterlo, questa cosa mi stupì, abituata a scenate di starlette e veline che, in fondo, non hanno fatto grandi cose. Io non conoscevo la figura di Franca Rame…ho appreso con un sorriso che la canzone "lo sai che i papaveri" era cantata da lei. Informandomi per curiosità ho scoperto alcune notizie della sua vita: femminista, di sinistra, ha sempre combattuto mettendo la faccia per quello in cui credeva. Che le sue idee fossero giuste o sbagliate, credo che abbia pagato a caro prezzo la sua esposizione politica: il 9 marzo 1973 fu infatti rapita da 5 militanti di estrema destra, stuprata e malmenata. Nessuno fece mai un giorno di galera per questo reato. È difficile parlare di Franca Rame senza parlare di politica…lei è stato tutt'uno con la politica. Ma oggi, a un anno di distanza dalla sua morte, vorrei ricordare la donna Franca Rame, non la politica (che non conosco), non l'artista, ma la donna. Una donna che ha subito uno stupro, l'ha affrontato, ha reagito all'umiliazione di vedere i suoi aguzzini non essere puniti, e ha creato, da quell'esperienza di dolore, un motivo in più per non arrendersi. Che le sue idee fossero giuste o no, a me non interessa. Che siate di destra, sinistra, centro, cristiani, musulmani o pratichiate il pastafarianesimo, credo che, leggendo la biografia di questa donna, restereste stupiti come me dalla determinazione e dalla forza che ha sempre dimostrato. Ciao Franca, la vita a volte è un mistero buffo, e tu, forse, eri nata piccolina e paperina. Se ti avessi conosciuto negli anni 60 e avessi parlato con te, forse, ci saremmo scontrate su alcune cose, io disillusa dalla politica di questo paese, apolitica per definizione, tu che hai sempre creduto nella politica come mezzo per migliorare il mondo, forse non ci saremmo sopportate, oppure saremmo diventate grandi amiche...non lo so. Quello che so è che sei stata un esempio di come, in ogni istante della vita, si possa reagire ad ogni cosa; sei stata un faro in un paese dove le donne erano considerate cittadini di serie B, ci hai insegnato che si devono difendere le proprie idee e che alla violenza si deve rispondere impegnandosi e sostenendo ancora di più quello che crediamo...alla fine ci hai insegnato che, nonostante i papaveri siano alti e tu sia piccolina, puoi arrivare dove vuoi se ci credi. Ciao Franca…
Caterina Valcarenghi
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