Essendo molto lunga ho deciso di scegliere alcune parti della composizione che ritengo caratterizzino al meglio il l'Imperatore francese e Re d'Italia.
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta, muta pensando all’ultima ora dell’uom fatale.
Manzoni ci raffigura Napoleone morto, immobile dopo l'ultimo respiro, senza più anima lo paragona alla gente nel mondo che, saputa la notizia della sua morte, rimane incredula e senza parole pensando ai suoi ultimi istanti di vita.
Dall’Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno, di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno; scoppiò da Scilla al Tanai, dall’uno all’altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l’ardua sentenza.
Il poeta nomina le Alpi (montagne Italiane), le Piramidi (simbolo dell'Egitto), il Manzanarre (fiume spagnolo che attraversa Madrid), il Reno (fiume tedesco), Scilla (luogo della Calabria) e il Tanai (l'odierno fiume Don in Russia) per indicare le imprese di Napoleone che lo resero famoso in tutta Europa. Manzoni si domanda poi se la sua fu una gloria reale e rimanda la decisione ai posteri.
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull’altar.
Secondo Manzoni il Bonaparte provò di tutto nella vita. La gloria immensa dopo grossi pericoli, la fuga, la vittoria, fu Imperatore e Re, ma subì anche il pesante esilio. Napoleone venne sconfitto due volte (a Lipsia e Waterloo) e due volte tornò sul trono.
Una delle poesie più belle da studiare a scuola, che ancora oggi ricordo quasi tutta a memoria.
Un capovaloro degno di ricordare la morte di uno dei più grandi personaggi della storia.
Marco Fontana
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