Il 27 giugno 1969 si verificano a New York una serie di scontri, noti come moti di Stonewall, tra la polizia locale e un folto gruppo di gay. La causa della la sommossa fu l’irruzione della polizia nel bar omosessuale di Stonewall Inn. I poliziotti non erano nuovi ad azioni di questo tipo, negli anni Sessanta bastava un bacio tra appartenenti allo stesso sesso o anche semplicemente il tenersi per mano a far scattare l’accusa di indecenza.
Stavano per svolgersi le elezioni amministrative che vedono in corsa per la poltrona di sindaco John Lindsay. Questi, cerca di attuare una politica di repulisti tra i bar cittadini per accrescere la propria reputazione. Questa è un’ipotesi, l’altra, sostenuta dal vice ispettore Seymour Pine, dice che l’ordine di irrompere gli venne dato perché il bar era considerato uno dei centri in cui fosse possibile reperire informazioni sui gay che lavoravano a Wall Street.
L’irruzione avvenne circa alle 01.20 di notte. La maggior parte degli avventori riuscirono a scappare e finirono in manette solo alcuni dipendenti del locale e qualche cliente.
Cosa successe dopo non è del tutto chiaro. Pare che la scintilla che diede inizio agli scontro fu il lancio di una bottiglia da della transgender Sylvia Rivera, a sua volta picchiata con un manganello da un agente.
Scoppia così una rissa, che vede costretta la polizia a rifugiarsi nel locale. La folla è composta da quasi 2000 persone che riescono a tenere a bada circa 400 poliziotti.
Le proteste durano durano tre giorni con un intervallo di cinque giorni tra la seconda e la terza giornata.
Dopo i moti di Stonewall, i movimenti per i diritti dei gay trovarono finalmente un riconoscimento ufficiale eil mese successivo nacque il Movimento di liberazione gay (GLF) con diverse sedi in molti paesi del mondo.
L’anno successivo, viene organizzata una manifestazione in ricordo dei moti del 27 Giugno, fu il primo gay-pride.
Marco Fontana
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