“Quando un esercito dei bianchi combatte i nativi americani e vince, questa è considerata una grande vittoria, ma se sono i bianchi ad essere sconfitti, allora è chiamata massacro.” (Chiksika)
Il 25 Giugno 1876 nei territori del Montana si consumò la più cocente sconfitta dell’esercito degli Stati Uniti.
Gli avversari erano gente a cavallo, più numerosi, decisamente meno armati, ma assolutamente più risoluta, disposta a morire pur di non mollare e di non sottomettersi al nemico.
Lakota Sioux, Cheyenne e Arapaho, tutti insieme contro il 7° Reggimento di Cavalleria degli Stati Uniti d’America, comandato dal Tenente Colonnello Custer, un uomo in cerca di gloria che però quel giorno, sulla collina di Little Bighorn troverà la morte per se e per quasi tutti i suoi soldati.
Custer sicuramente quel giorno commise degli errori, probabilmente sottovalutò il nemico e la sua vanità non gli permise di ragionare lucidamente, così morirono quasi trecento soldati.
La battaglia di Little Bighorn del 25 Giugno 1876 rimarrà nella storia, anche se segnerà di fatto la fine dei nativi americani liberi, perché dopo la sconfitta la rappresaglia dell’esercito statunitense non si farà attendere e sarà solo questione di qualche anno, ma per gli Indiani d’America non resterà che vivere nelle riserve, senza una vera libertà.
Come cita la frase che ho scritto all’inizio, spesso una battaglia viene descritta diversamente a secondo dei punti di vista dei combattenti. Per gli americani quella di Little Bighorn fu un massacro da parte di belve assetate di sangue, per gli Indiani fu una storica vittoria che diede loro qualche tempo di gloria.
Marco Fontana
Nessun commento:
Posta un commento