La vicenda si svolge a Dublino, Irlanda; il romanzo narra tutto ciò che accade fra le otto del mattino e le due di notte del 16 giugno 1904 ai tre protagonisti del racconto: l'ebreo Leopold Bloom, la moglie Molly e il giovane Stephen Dedalus.
A Leopold è morto il figlio, ora cerca qualcuno che ne possa, per quanto possibile, prendere il posto. Stephen, invece, cerca una figura paterna, a cui affidarsi, con cui confidarsi e di cui fidarsi, fino in fondo. Sono queste due aspirazioni che fanno della coppia Leopold-Stephen, una sorta di coppia genitore-figlio, che, per rifarsi alle opere di Omero, va ricondotta alla figurazione epica Ulisse-Telemaco, con sullo sfondo Molly, che può essere paragonata a penelope, la moglie dell’eroe greco.
Progettato a Roma come semplice novella da inserire in Gente di Dublino, l'originario spunto dell'Ulisse si ampliò ben presto in un disegno più ambizioso, che condusse Joyce a scrivere (dopo una stesura durata dal 1914 al 1919 circa e una successiva revisione) uno dei romanzi più importanti dell'intero Novecento. L'opera fu pubblicata a Parigi nel 1922.
Si comincia con l'inizio della giornata di Stephen, giovane letterato in crisi. Alle sue vicende s'intrecciano presto quelle, spesso banali, che capitano all'agente di pubblicità Leopold Bloom.
Romanzo sperimentale per definizione, Joyce adotta la particolare tecnica narrativa del monologo interiore.
Romanzo con una struttura molto complessa, che richiama l'Odissea di Omero. Più di mille pagine divise in 18 episodi che si dispongono in 3 grandi sezioni: le avventure di Stephen-Telemaco, quelle di Ulisse Bloom e il ritorno di Ulisse Bloom a Itaca. L’eroe di Joyce è un antieroe; il suo viaggio nella vita non approda ad alcuna meta; anzi, quel percorso è accompagnato da continui insuccessi e da una costante disperazione.
Fra i temi ricorrenti del racconto emergono l'esilio, la fallita ricerca della paternità, l'instabilità di tutte le cose, la crisi della storia moderna.
La sola giornata in cui si svolgono gli avvenimenti narrati dall'autore irlandese è un'odissea di persone normali. E di mitico c'è la loro vita quotidiana. Sono loro i nostri eroi.
“Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi” (James Joyce, da Ulisse)
Marco Fontana
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