Poco dopo la fine della II Guerra Mondiale e la conseguente caduta del regime fascista per i politici italiani era giunto il momento di cambiare la storia e dare al nostro paese i giusti connotati.
Vennero indette in contemporanea due votazioni. Il referendum istituzionale del 2 Giugno 1946 in cui gli italiani furono chiamati alle urne per scegliere tra diventare Repubblica o proseguire con la Monarchia e per l’elezione dell’Assemblea Costituente che avrà il compito di stilare la nostra spina dorsale: la Costituzione.
Il 2 Giugno 1946 milioni di italiani andarono a votare, tra questi, per la prima volta nella storia del nostro paese, anche le donne.
Monarchia o Repubblica? Questo il dilemma. Pensarci ora, non sembrerebbe nemmeno ipotizzabile avere un dubbio, ma allora non era così.
Il paese era diviso, quasi perfettamente in due.
Pochi giorni prima della votazione il Re Vittorio Emanuele III, che aveva sulla coscienza l’aver spalancato le porte al fascismo, abdicò in favore del figlio Umberto. Una mossa con la quale forse voleva ammorbidire alcune posizioni anti monarchiche. Non ci riuscì.
Il referendum del 2 Giugno il popolo italiano decise per la Repubblica, che vinse con uno scarto di circa due milioni di voti.
La Monarchia ebbe più voti al sud e nelle isole, la repubblica al nord, anche in Piemonte, regione patria della dinastia reale.
I filo monarchici gridarono ai brogli, ma il risultato fu confermato e il 13 Giugno Re Umberto II lasciò l’Italia e partì per il Portogallo. Presidente provvisorio della Repubblica Italiana venne eletto Enrico De Nicola.
W la Repubblica Italiana.
Marco Fontana
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