06 Giugno del 1944. E’ una livida alba sulle coste della Normandia quando l’onda del mare trasporta su quelle famose spiagge l’armata di invasione più imponente della Storia. Trecentomila uomini solo nella prima ondata, settemila tra navi e mezzi da sbarco, un immenso appoggio aereo, un sontuoso lavoro logistico di preparazione e di spionaggio. Gli alleati si apprestano al tanto atteso sbarco per aprire il fronte Occidentale e liberare l’Europa dal giogo Hitleriano. I tedeschi, consapevoli dell’imminente invasione, ma stremati da una guerra ormai segnata, vengono colti di sorpresa, a causa anche di una serie di errori di valutazione, di fortuite coincidenze, di episodi che a raccontarli sembrano più colorati del più incredibile dei romanzi. Da quel giorno sarebbe passato ancora un anno per vedersi schiudere le porte di Berlino. Un anno intriso di innumerevoli grandi e piccole storie. Storie di morti, di eroi, di inganni, di intrighi, di battaglie e sforzi sovraumani. Storie che L’Europa ha vissuto, visto crescere e spegnersi fino all’ultimo respiro. Fino alla libertà. Per un onesto scrivano è impossibile raccontarvene anche solo poche di queste storie. Ci vorrebbero milioni di righe. E allora un piccolo aneddoto può compensare questa mancanza e regalare un sorriso in un racconto, certo esaltante, ma altresì cupo e tragico come solo una guerra sa essere. Tutti voi conoscete il nome in codice con cui lo sbarco in Normandia viene ricordato e che è inciso nei cuori e nei libri di storia. Operazione “Overlord”. Signore supremo. Un nome pomposo e vagamente strano. Ma che cosa c’è in un nome? Come fu scelto?
Generale Sir. Frederick Morgan. Questo è il nome dell’uomo sotto il cui comando, all’inizio del 1943, viene abbozzata una primissima versione del piano che avrebbe dovuto spalancare le porte dell’Europa. Nel proprio quartier generale, a Londra, per il buon Morgan si presenta presto un problema. Il piano prendeva forma, ma per poterlo sottoporre all’attenzione del Primo Ministro Britannico, Winston Churchill e poi portarla fino ai vertici del comando alleato per farla calare in seguito nei libri di storia, aveva bisogno di un nome in codice ufficiale. Il Generale chiamò a questo scopo un fidato collaboratore, il Maggiore Hesketh, il quale avrebbe dovuto recarsi all’Inter Service Security Bureau. Questa organizzazione aveva l’importante compito di assegnare e registrare i nomi a tutte le operazioni segrete Alleate nel mondo. Un compito complesso e decisivo più di quel che può sembrare. I nomi compromessi dovevano essere schedati per non essere più utilizzati, i nomi associabili tra loro non potevano essere proposti nella stessa area geografica. A seguito di questi e molti altri stringenti criteri la risposta fornita dal bureau dopo attente ricerche è più o meno questa. “Ci dispiace, ma al momento temiamo che rimanga soltanto un nome disponibile”. Ad Hesketh cominciarono a tremare le gambe. “Quale?” chiese sospettoso. Il nome era “Mothball”. Mothball significa “pallina di naftalina”. Hesketh rimase sgomento. “Ma come?” protestò.”La più importante operazione della seconda guerra mondiale con un nome così squallido?”. Nulla da fare. Sembrava proprio essere l’unico nome a disposizione. Il Maggiore tornò dal Generale Morgan con la notizia. Dal canto suo il Generale si preoccupò non poco. Ma come si poteva descrivere a Churchill un piano chiamato “operazione naftalina”. La situazione stava chiaramente assumendo contorni comici. Ben poco comica fu però la reazione di Winston Churchill. C’era da aspettarselo, ovviamente. “Mi sta dicendo che quei maledetti stupidi vogliono che i nostri nipoti, tra cinquant’anni, ricordino l’operazione che ha liberato l’Europa, con il nome di naftalina? Se non riescono a trovare un nome più decente ci penserò io”. Sguardo fisso, sigaro puntato al soffitto. Pochi istanti di silenzio e Churchill grida in faccia al Generale “Overlord, la chiameremo operazione Overlord”. Fu così, molto semplicemente, che vennero sconfitti i burocrati dell’esercito e così fu scelto il nome con il quale l’operazione che liberò la Francia e poi il resto d’Europa, passò alla Storia. Del resto in quelle ore del 06 Giugno e nei mesi successivi si sarebbe scritta una pagina decisiva. Tutti lo sapevano da tempo. Lo sbarco sarebbe stato fondamentale per lo sforzo degli alleati, in quanto se fosse fallito, non avrebbe permesso l’apertura del secondo fronte con conseguenze inimmaginabili. Senza una repentina liberazione della Francia Hitler sarebbe probabilmente stato sconfitto ugualmente, ma quando e soprattutto a quale terribile prezzo? Dal canto suo il Fuhrer nutriva ancora folli e segrete speranze che potevano essere alimentate unicamente dal poter respingere gli alleati sulla battigia. Non andò così in quel 06 Giugno 1944 quando l’alba della splendida Normandia si schiuse al nuovo giorno. Un giorno decisivo per il mondo e per tutti noi. Altro che naftalina.
Luca Fontana
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