Il 22 Giugno 1983 una ragazza di 15 anni scompare misteriosamente mente torna dalla scuola di musica che frequenta.
Non la si troverà mai più. Ancora oggi non ci è dato sapere se la ragazza (ormai donna adulta) sia viva o morta, se sia nascosta, se sia scappata volontariamente o tenuta prigioniera da qualcuno.
Sto parlando di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, che quel 22 Giugno di 31 anni fa scomparve dando vita ad uno dei misteri più fitti della storia della cronaca nera italiana.
Inizialmente si pensò ad un allontanamento volontario da casa da parte di una adolescente, ma ben presto il mistero coinvolse lo Stato Vaticano, lo Stato Italiano, lo IOR, la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi paesi.
Ma andiamo con ordine.
L’ultimo contatto di Emanuela con la famiglia risale alle ore 19 di quel giorno, quando telefonò a casa, parlando con la sorella, menzionando una offerta di lavoro appena ricevuta (vendita di cosmetici) da parte di un uomo alla guida di una berlina verde. Un offerta strana, molto allettante, forse troppo.
Raffaella Monzi, una compagna di Emanuela, la vide per ultima, alla fermata di un autobus dove la lasciò circa alle 19.30. La Monzi riferirà agli inquirenti che dal finestrino dell’autobus vide Emanuela parlare con una donna dai capelli rossi, che però non verrà mai identificata.
I genitori non vedendola tornare a casa diedero l’allarme e la mattina seguente venne formalizzata la denuncia di scomparsa e sui quotidiani venne pubblicata una fotografia della ragazza con i recapiti telefonici.
Da questo momento il mistero della scomparsa si intreccia con telefonate anonime, depistaggi, annunci, messaggi, speranze e delusioni che si protrarranno per anni, forse per sempre.
Arriva il momento di “Pierluigi” e “Mario”. Due ignoti che telefonarono a casa Orlandi dando notizie di un possibile avvistamento della ragazze, condite con affermazioni che dimostravano una certa conoscenza di Emanuela, senza però mai dare tracce concrete per un suo ritrovamento.
I due uomini non furono mai rintracciati, il secondo, con un forte accento romanesco, pin seguito verrà collegato alla Banda della Magliana.
Le prime indagini condotte dalla polizia e da un amico di famiglia degli Orlandi, Giulio Gangi, collaboratore del SISDE non portarono a nulla.
Domenica 3 Luglio Papa Giovanni Paolo II, durante l’Angelus, rivolgerà un appello ai rapitori di Emanuela.
Fino a quel momento ufficialmente non si era mai parlato di sequestro, ma d’ora in poi le cose cambiano.
Da questo momento partono diverse piste, incredibili e imbarazzanti, che desteranno molti dubbi nell’opinione pubblica senza però arrivare mai alla verità..
La pista legata al precedente attentato al Papa, ai Lupi Grigi di cui faceva parte Ali Agca, alle telefonate del “Amerikano”, ai servizi segreti dell’est (Stasi) e al Vaticano.
La pista legata allo IOR, con l’idea che l’Amerikano fosse Marcinkus, l’allora presidente della Banca Vaticana, con collegamenti al caso Calvi e al crack del banco Ambrosiano (il padre di Emanuela sarebbe stato a conoscenza di riciclaggio di denaro sporco).
La pista che portava a possibili collegamenti con la Banda della Magliana, organizzazione criminale che imperversava all’epoca nella Capitale, specialmente a Enrico De Pedis, boss della banda. Questa indagine porterà alla riesumazione della salma di De Pedis nel 2012 con la speranza, vana, di trovare qualche prova nella bara. La banda della Magliana sarebbe comunque collegata anche alla precedente pista, dati i rapporti col caso Calvi.
Si è parlato anche di teorie di incontri sessuali con cariche del Vaticano o pratiche di pedofilia sempre con esponenti vaticani di mezzo nelle quali la ragazza sarebbe morta tra le mura stesse della città e poi fatta sparire.
Siamo nel 2014, Emanuela se fosse viva (come molti sostengono, tra cui anche Ali Agca) avrebbe 46 anni.
I suoi famigliari ancora sperano di vederla tornare, di poterla riabbracciare.
Probabilmente è morta, probabilmente il mistero della sua scomparsa non verrà mai svelato, ma una cosa è certa: qualcuno sa, ma non ha mai voluto parlare.
Marco Fontana
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