Il 21 Giugno 1940, alle 15.30 la delegazione francese di armistizio, composta dai generali Huntziger, Parisot e Bergeret, dal vice ammiraglio Laluc e dall’ambasciatore Noel si presenta alla foresta di Compiegne per trattare la resa.
Era la cosiddetta delegazione Huntziger, che aveva attraversato la Francia, in mezzo a morte e distruzione, per arrivare a firmare un armistizio che l’avrebbe vista sottomessa alla Germania Nazista.
Fu Hitler stesso che decise il luogo. La foresta di Compiegne, in un vagone ferroviario fatto posizionare apposta per l’evento. Il vagone del maresciallo Foch, che da più di 20 anni era diventato museo, perché in quel vagone l’11 Novembre 1918, in quello stesso punto della foresta, fu firmato l’armistizio che pose fine alla Prima Guerra Mondiale, che vedeva i tedeschi sconfitti dai francesi.
Per Hitler quindi quel 21 Giugno 1940 (la firma in realtà verrà posta il giorno successivo) si compiva una vendetta. Era motivo di orgoglio vedere una delegazione francese arrivare a testa china negli stessi luoghi di allora.
Il tutto per i tedeschi aveva un forte significato simbolico e costringeva i francesi ad una doppia sconfitta.
Era presente la stampa internazionale, la radio tedesca descriveva in diretta la cerimonia. Tutto in pompa magna.
Dal giorno dopo il territorio francese venne diviso in due parti, quella settentrionale e le coste atlantiche occupate militarmente dalla Wehrmacht, quella centro-meridionale restò invece sotto il controllo di un nuovo governo francese formalmente indipendente dai tedeschi. I territori dell’Alsazia e Lorena, annessi dalla Francia dopo la fine della prima guerra mondiale, furono di fatto riannessi alla Germania, sebbene ufficialmente fossero sotto occupazione militare come il resto della Francia del Nord.
I vinti era costretti a sottostare a numerose e dure restrizioni e condizioni.
La Francia sarà occupata dai nazisti fino al 26 Agosto 1944, quando Parigi verrà liberata e sulla Tour Eiffel tornerà a sventolare il drapeau tricolore
Marco Fontana
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