Per gli amanti del pugilato, la cosiddetta “nobile arte”, per gli amanti dello sport la data del 28 Giugno 1997 è rimasta in qualche modo nella memoria.
A Las Vegas si assegna il titolo di Campione del Mondo dei pesi massimi WBA, se lo contenderanno Evander Holyfield, 35enne pugile dell’Alabama, detentore della cintura e Mike Tyson, Iron Mike, 31enne di Brooklyn, da poco tornato a combattere dopo la reclusione in carcere per stupro.
I due si erano già affrontati pochi mesi prima con la vittoria di Holyfield.
Questo incontro non verrà ricordato come il miglior match di boxe della storia, ma sicuramente come quello più folle.
Tyson sapeva che non poteva permettersi di perdere e nello stesso tempo che non era nelle condizioni di vincere.
Perse la testa.
Nel terzo round Iron Mike provò più volte a mordere le orecchie dell’avversario durante il combattimento, riuscendo a amputarne un lobo e a sputarlo a terra. Per l’arbitro dopo due richiami ufficiali fu obbligo decretare la squalifica di Tyson che prima di rientrare negli spogliatoi sotto un fitto lancio di oggetti da parte del pubblico pagante, tentò di aggredire l’arbitro e l’entourage di Holyfield.
Gli verrà revocata la licenza per combattere negli Stati Uniti, anche se dopo qualche anno gli verrà ridata, per Tyson l’incontro di quel 28 Giugno segnò la fine della carriera di pugile e il proseguo di una vita spericolata all’insegna dei guai.
Chiudendo con ironia, possiamo affermare che Tyson quel giorno fece scuola. Un po’ di anni dopo un certo Suarez, calciatore uruguayano, ne emulerà le gesta più volte sul rettangolo verde.
Marco Fontana
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