La notte tra il 29 e il 30 giugno del 1934, verso le 4 ebbe inizio quella che è passata alla storia come “la notte dei lunghi coltelli”, l’epurazione nazista dei vertici delle SA (Sturmabteilung) e degli altri oppositori politici di Hitler che fu organizzata per volontà dello Fuhrer che voleva eliminare ogni ostacolo alla propria ascesa al potere.
Quella notte furono massacrati i capi delle SA (Squadre d'Assalto) e gli avversari di Hitler interni al partito stesso, in totale probabilmente più di 400 persone anche se i dati ufficiali parlano di un ottantina, senza contare le persone che verranno deportate nei vari campi di concentramento.
L’operazione fu il risultato di una battaglia politica tra i capi nazisti subordinati a Hitler. Da un lato Josesp Goebbels, Hermann Göring, Heinrich Himmler e Reinhard Heydrich, dall’altro Ernst Röhm, il capo delle SA. Il potere di Röhm, e della sua organizzazione violenta, spaventava i rivali. Goring e Himmler convinsero Hitler di avere le prove che i capi delle SA stessero organizzando un colpo di stato contro il governo del Reich. I due in questo modo poterono sbarazzarsi di molti nemici personali, tanto che si premurarono di compilare una lista dettagliata di tutte le persone da eliminare.
In verità Röhm rappresentava, assieme a Gregor Strasser, l’ala sinistra del partito nazional-socialista, di tendenze rivoluzionarie più nette e intenzionata a dare una svolta anticapitalista all’economia tedesca. Questo non coincideva con le intenzioni di Hitler, il quale era stato generosamente finanziato sia dagli industriali tedeschi, sia dai grandi finanzieri internazionale, soprattutto americani, con i quali aveva stretto un patto di reciproco interesse. Le istanze sociali del programma presentato da Hitler nel 1920 per ottenere il voto proletario si erano così dissolte.
La “notte dei lunghi coltelli” durò in realtà tre giorni. Il 3 luglio, il governo del Reich approvò la legge sulle misure di autodifesa dello stato, consistente di un singolo articolo che dichiarava semplicemente che le misure prese erano “una legale autodifesa dello Stato”.
Da questo momento nessuno fermò più Adolf Hitler fino al 1945.
Marco Fontana
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